ASO S. Rocco Monza – A.S. Lesmo 89-30
“Sunday bloody sunday”, a dirla con gli U2, per i nostri Under14, che a Monza S. Rocco ritrovano quello che sembra destinato a diventare uno dei loro incubi ricorrenti (vedi Gara 1 della passata stagione: 90-35). Eppure questa stessa squadra l’avevamo battuta in una finale di torneo a inizio estate. Che sia lì una delle chiavi della “magra” odierna? Entrati in campo con un po’ di supponenza?
Sia come sia, c’è da chiedersi qual’è la vera identità di questa squadra, che solo 8 giorni fa passava senza soffrire sul parquet della Posal Sesto e oggi incassa un oltraggioso -59.
Luce spenta sull’attacco, dove pallone e giocatori o sono fermi o vanno nelle direzioni sbagliate e le palle perse non si contano: per incuria, superficialità, distrazione, passaggi imprecisi. Poca voglia di attaccare, tanta (troppa) imprecisione al tiro. Ragazzi, da quando eravate Scoiattoli vi si dice di appoggiarla al tabellone da sotto; sono passati 5 anni, possibile che siamo ancora ai lob dalla destra alla sinistra del ferro?! Così alla fine della partita ne confezioniamo 30, di punti, buona parte dei quali ai liberi, trovando il primo canestro dal campo solo nel secondo quarto. Difficile andar lontano anche se si difendesse bene, ma non è così, perché difendiamo male. Malissimo sul contropiede avversario, a causa della scarsa reattività e della lentezza, che rasenta il torpore fisico, dei nostri. Unica nota positiva ai rimbalzi, dove l’ultimo arrivato, Alessio Russo, si mette in mostra con la sua miglior prestazione dell’anno (15).
Ai nostri è sembrata mancare fin dalle prime battute la convinzione dei propri mezzi o, più in generale, la Convinzione. Da lì, a scendere, è mancato tutto il resto.
Un rimedio, ne prenda spunto – se vuole – anche il coach, potrebbe essere quello dell’umiltà. Ricominciare a lavorare sul piano atletico (ce n’è un gran bisogno, sono tutti più veloci di noi); imparare una buona volta a fare le cose semplici (avete presente i passaggi sicuri, con due mani, al petto del compagno?); imparare a farle bene, queste cose semplici, e poi imparare a farle in velocità. Tornare all’abc del basket, perché un onesto terzo tempo (fatto magari con la mano giusta!) non è meno onorevole di un tiro in sospensione. Anzi, fa quasi sempre una differenza di +2. Chissà che strada facendo non si trovi anche un po’ di personalità, che fa rima con identità.
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