AS Lesmo – Basket Seregno (12-12) 47-30
Oggi mi sono seduto (si fa per dire) sulla panchina degli Aquilotti 2000 per l’ultima di campionato.
E mentre sono lì, coi giocatori che arrivano alla spicciolata e inizio il riscaldamento, mi frullano in testa un sacco di cose: finisce una stagione e fai i tuoi conti, nel momento meno adatto, mentre la squadra si riscalda per l’ultima partita, ed è pure una partita difficile. Ne abbiamo persa una sola, in tutto il campionato, ed è stata con questi, a Seregno, il 5 febbraio. Neppure una persa prima, neppure una persa dopo. E dunque oggi ci giochiamo qualcosa più del solito, lo capiscono tutti e siamo tutti un po’ nervosi.
La testa corre altrove. Penso agli Under13, che sono già in campo a Legnano e si giocano la prosecuzione, o la fine, di una stagione comunque bellissima (non finirà in gloria oggi, purtroppo, ma siete stati davvvero grandi!), penso a Luca, in campo a Legnano, e penso a Massimo, sulle tribune a Legnano. Sono sicuro che c’è. Guardo i miei che fanno avanti e indietro nella nostra metà campo, e penso a tutto quello che avrei voluto fare e non ho fatto, da settembre a oggi, in allenamento; penso “chissà quando lo farò?”. Penso che tra qualche giorno andiamo a Pesaro, per un torneo difficile e chissà se siamo pronti? Penso ai ragazzi che non ho convocato, e penso che la convocazione per l’ultima partita – accidenti – se la sono meritata proprio tutti e che noi dovremmo essere qui in 19, non in 12. E arriva pure qualche non convocato “in abiti borghesi”, che non sembra neanche avercela troppo con me per la non convocazione. Mi chiedo “ma loro lo sanno quanto è dura fare delle convocazioni dove devi sempre fasciar fuori qualcuno?” Arriva Stefano, il mio assistente in stampelle, e mio dico “meno male” che c’è anche lui, perché oggi sarà dura, e penso che quando parlo nei time-out o cambio le marcature non lo consulto mai (è il duro destino degli assistenti o è solo una mia mancanza?), ma quando lui arriva alla partita io mi sento più tranquillo e, anche se lui non lo sa, il peso della panchina è più lieve.
E penso… insomma cominciamo, ed è più dura di quel che pensavo. Vinciamo il primo 12-6, ma loro sono forti fisicamente e molto aggressivi. Nel secondo Ale B. subisce un sacco di contatti, finché l’8 avversario non me lo fa proprio fuori, lo raccolgo in lacrime e perdiamo il set 7-8 di pura sfortuna. Anche il terzo lo perdiamo di uno, ma poi penso che non esiste né fortuna né sfortuna, così dico ai ragazzi, come tutte le volte che siamo stati sotto: “noi questa la vinciamo”. E lo dico tranquillo, come per confermare quello che tutti pensano.
Giochiamo un quarto set solido, con qualche errore di troppo al tiro, ma coi dovuti aggiustamenti dopo il time-out, lo chiudiamo 10-4. Quando lo schiero per il quinto set, Ale B. mi dice “voglio l’8” e io rispondo “è tuo” e stavolta sono io ad avere quasi le lacrime agli occhi. E Ale è uno spettacolo: in 6 minuti: 2 falli subiti dall’8; 3 palloni recuperati sull’8; 4 canestri; set vinto 14-0; entusiasmo della panchina alle stelle. Perdiamo l’ultimo set, ma grazie a quel 14-0 anche per oggi abbiamo vinto. Sono 11 vittorie su 12 partite. C’è altro da dire?
Sì. C’è da dire che questo non è più minibasket. C’è da dire che il livello dell’agonismo e l’esasperazione del gioco fisico stanno salendo vertiginosamente nelle categorie Esordienti, Aquilotti e perfino Scoiattoli. Tutti dicono “l’importante è far giocare i bambini, non vincere”, ma poi pur di vincere una partita si chiudono gli occhi su scorrettezze inammissibili che certi “mini”-atleti si sentono autorizzati a commettere proprio perché il loro istruttore lascia correre. Oggi i nostri Aquilotti hanno commesso 4 falli in tutta la partita, gli avversari 18. E chi ha visto i falli su Ale o su Davidino, sa di quale gravità siano stati alcuni di questi falli. Noi abbiamo vinto anche e soprattutto quell’altra partita: quella della correttezza in campo. E l’abbiamo fatto sempre, dalla prima all’ultima di campionato.
Io non penso che l’importante sia “giocare, non vincere”. Penso che vincere sia altrettanto importante che giocare, ma più importante ancora è il rispetto delle regole e giocare correttamente. E questo spero di riuscire sempre a trasmettere e a insegnare.
Detto questo, voglio ringraziare questo fantastico gruppo. La stagione non è finita, ci sono altri, importanti traguardi, ma oggi abbiamo chiuso un bellissimo campionato, che abbiamo giocato nel pieno rispetto dei valori di questo meraviglioso sport, vincendo tutti i confronti con le altre concorrenti. Perciò, ragazzi, è giusto che oggi vi dica grazie per tutto quello che con entusiasmo, determinazione e caparbietà avete saputo mettere in campo, col cuore prima che con la tecnica. Mi considero fortunato ad allenarvi e sono davvero onorato di questo ruolo.
Coach Enrico.